ALBUM DI FAMIGLIA

    

 Home Page
 La storia
L'uomo
Le zone
Rassegna stampa
Varie
Links
Contattaci
Fernando Ducceschi

 (Prunetta, 08.02.1895 - Pistoia il 25.07.1955) è stato un aviatore italiano della Prima Guerra Mondiale con il grado di Sergente, successivamente Perito Agrario, specializzato in Erboristeria, ha lavorato come impiegato per il Ministero dell'Agricoltura e alla Macchia Antonini. Partigiano dell'XI Zona Patrioti nella II Guerra Mondiale.

Biografia
Figlio di Giuseppe Ducceschi e Giulia Biondi, primo di quattro fratelli (oltre a Fernando, abbiamo Ferruccio, Valentina e Ruggero). Ammesso in Aeronautica, proveniente dal 5º Reggimento Genio Minatori, tra il personale navigante il 05.10.1916 al Campo Scuola di Pisa San Giusto, a partire dal 01.04.1917 fu Allievo pilota su apparecchio tipo Farman 914 Fiat A.10 al Campo Scuola Foggia Nord dove consegue il 16.06.1917 la qualifica di Pilota di aeroplani su questo tipo di apparecchio. Successivamente il 01.11.1917 consegue la qualifica di Pilota di aeroplani su apparecchi tipo S.AML e quindi il 29.11.1917 viene abilitato Pilota di aeroplani su apparecchi tipo Pomilio. Da un distaccamento della 134ª Squadriglia si forma per un breve periodo (poi sarà sciolta) la 135ª Squadriglia comandata dal Ten. Venturini e pilota il Sergente Ducceschi e il Soldato Micheli. A partire da aprile 1918 ha fatto parte della storica 134ª Squadriglia capitanata da Ermenegildo Laghi ma il 07.07.1918 durante un’esercitazione in un incidente si perde il Pomilio 7010 e rimangono feriti il Ducceschi, pilota, e l’osservatore Ten. Luigi Pace. In seguito a questo incidente il Ducceschi resterà ferito con frattura del malleolo e delle ossa nasali e ferita sopraciliare in seguito alle quali fu congedato.
Durante il suo training a Pisa, conosce Bonaccio Matilde, che si recava a Pisa con il padre,che, in seconde nozze, si era risposato con Emma Pilla, nipote di Leopoldo Pilla eroe di Curtatone e Montanara. Si sposano l’08.01.1920 e, dopo un viaggio di nozze a Venezia, andranno ad abitare a Pistoia. Avranno due figli: Manrico[1], che diventerà poi il leggendario “Pippo” comandante partigiano dell’XI Zona Patrioti, e, a 11 anni di distanza, Leila. Con l’avvento del fascismo e le successive azioni del figlio Manrico sulla montagna pistoiese, Fernando supporterà attivamente le azioni della Formazione e così sarà per ben due volte vittima delle squadre fasciste che, fermatolo, lo porteranno nella Palestra di Montuliveto e lo percuoteranno per fargli dire dove si nasconde il figlio, spaccandogli denti e occhiali, nonché rubandogli l’intero stipendio per ben due volte ma senza ottenere risultati.
Alla fine della guerra, sarà riconosciuto il suo valore e insignito della Croce al Merito di Guerra il 02.02.1955.
Si spenderà poi molto nella sua attività di agronomo finché, alla morte del figlio Manrico, ritroverà lui il corpo e successivamente sarà costretto a parlare dal balcone della Prefettura di Lucca alla folla radunatasi degli ex combattenti nell’XI Zona Patrioti che volevano mettere a ferro e fuoco la città alla ricerca dei possibili colpevoli ma lui, dicendo che ormai fin troppo sangue si era versato, dichiarerà che si è trattato di un suicidio, calmando gli animi. Non si riprenderà però da questo dolore e nel 1955 morirà a seguito di un tumore allo stomaco.

 

Fernando Sergente nella Grande Guerra

Fernando Partigiano dell'XI Zona Patrioti