Antonio lo slavo

Laura · Registrato: 08/05/05 22:13

BARGA
Il 28 Gennaio, all’età di 81 anni, è morto improvvisamente, nel sonno, Antonio Mrakic, da tutti conosciuto come “lo Slavo “.
Era arrivato a Barga nel ’44, per uno di quegli scherzi del destino che lo aveva portato dall’Alto Isonzo, preso a forza dai tedeschi insieme a molti altri ragazzi, a scavare le trincee a Montecassino.
Fuggito da lì, dopo parecchie vicissitudini si era trovato tra i nostri monti dove conobbe “Pippo”, il capo dei partigiani della XI Zona, che lo trattenne affidandogli il comando dei partigiani della zona di Barga.
Una intera generazione imparò a conoscerlo e le sue gesta divennero in breve tanto famose che De Sica avrebbe desiderato farne un film ma lui era un uomo tranquillo e, finita la guerra, non amava neppure parlarne, convinto di aver fatto il proprio dovere nella cacciata del nemico e desideroso solo di vivere in pace.
Entrò a lavorare alla SMI di Fornaci di Barga e dette il suo contributo alla rinascita del sindacato, entrando nel Consiglio di Fabbrica, e alla difesa dei diritti dei lavoratori.
Erano anni duri e pieni di sacrifici ma i compagni di lavoro lo trovavano sempre pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà e sempre pieno di ottimismo e fiducia nel futuro.
Sapeva farsi rispettare senza dover mai alzare la voce, anzi, chi lo ricorda ha ancora nelle orecchie un suo tono particolare che dissuadeva chiunque a spingersi oltre le dovute maniere.
Per la sua bontà e le sue frasi piene di saggezza, per il suo altruismo ma anche per il suo senso di giustizia e di tolleranza, molti ricordano con affetto quando lo incontravano e scambiavano volentieri qualche parola con lui.
Era un uomo che si accontentava del poco che aveva, fiero tuttavia della sua famiglia e della serenità che vi trovava, felice di aver raggiunto il traguardo dei 60 anni di unione con la sua Domenichina.
La sua felicità era anche avere accanto, in questi ultimi giorni, i nipoti, nei quali riconosceva i propri valori e di cui era orgoglioso, vedendo in essi la realizzazione dei propri sogni ed il senso di una vita pienamente vissuta.
“La vita è troppo corta per perdere tempo ad arrabbiarsi”, diceva, lasciando intendere che la bontà non è una debolezza ma una forza.
Una chiesa stracolma ed un accorato ricordo del nostro Proposto, Mons. Giannini, lo ha accolto per l’ultimo saluto insieme ad una rappresentanza del Comune di Barga che ha voluto onorare uno dei personaggi più stimati e benvoluti che Barga abbia mai avuto.
Alla moglie, ai figli, ai nipoti, ai parenti ed agli amici rimane il ricordo e l’orgoglio di averlo avuto accanto e le nostre più sentite condoglianze.

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