MANRICO "PIPPO" DUCCESCHI :: Leggi il Topic - Lettera aperta ai giornali
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MessaggioInviato: Dom Ott 17, 2010 4:42 pm    Oggetto: Lettera aperta ai giornali Rispondi citando

Come si effettua una ricostruzione storica di un evento? Si produce la documentazione relativa allo stesso e soltanto quando tutta la documentazione e’ presente, si possono trarre le proprie deduzioni. Non cosi’ accade pero’ quando le due parti in causa sono da un lato l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Lucca e dall’altra il comandante partigiano Manrico “Pippo” Ducceschi.

Infatti nel numero 1 anno 2010 dei “Quaderni di Farestoria” si possono leggere frasi arbitrarie - peraltro attribuite ad una persona scomparsa, quindi incapace di conferma o di smentita delle stesse - che compongono ormai da tempo il leitmotif personale del Direttore Lilio Giannecchini.

Quest’ultimo sembra non avere in suo possesso alcun documento relativo all’inchiesta della morte di Ducceschi, se non una testimonianza, del tutto personale, di A. Andreini – peraltro persona che aveva avuto dei dissidi con il Comandante proprio pochi giorni prima della morte -. Il Direttore si permette però di affermare come dalla relazione sugli esiti dell’autopsia redatta dallo stesso Andreini, si arrivi, senza ombra di dubbio, a stabilire che si trattava di suicidio. A parte il fatto che in questa relazione non si arriva assolutamente ad alcuna conclusione, come si puo’ evincere dal documento completo pubblicato sul nostro sito www.manricoducceschi.it, l’esito dell’autopsia avente valore legale non e’ certo quella, bensi’ la relazione redatta dal medico legale dell’autorita’ competente, che il Direttore sembra ignorare. Pertanto dovrebbe esimersi da indicare come “inoppugnabili” quelle che sono invece esclusivamente sue personali convinzioni!

Al contrario, ci chiediamo come mai il Direttore possa dichiarare impunemente in un video sulla lotta partigiana in Italia, www.manricoducceschi.it/PIPPO/images/beaugeste.wmv, di aver replicato alla decimazione tedesca uccidendo 80 prigionieri tedeschi in sua mano, disarmati e inermi in quanto prigionieri, dando luogo, pertanto, se questo fosse vero, ad un grave crimine di guerra. Chiediamo inoltre come mai, chi si rechi all’Istituto storico lucchese, si trovi perennemente di fronte a documenti omessi o tagliati e ad affermazioni discutibili di questo personaggio palesemente ostile al Comandante partigiano Ducceschi e a tutti coloro che ne vanno a chiedere notizie.

Invitiamo tutti coloro che sono veramente interessati a conoscere la vita e le azioni del Comandante Manrico “Pippo” Ducceschi, nonche’ le testimonianze dei giorni della sua morte, a consultare il nostro sito e la nostra redazione, cosi’ da poter obiettivamente farsi una propria opinione su quanto viene sistematicamente spacciato per vero e quanto invece e’ oggettivamente verificabile.

Scopo del sito dedicato a Manrico Ducceschi e’ proprio la pubblicazione di documenti originali senza commenti così da sfrondare definitivamente certe considerazioni personali, che nulla hanno a che fare con la realta’ storica, e che senza esitazione definiamo “spazzatura” ma che vengono ciclicamente riproposte da certi dubbi personaggi che, bonta’ loro, ricoprono invece ruoli chiave nella custodia della Storia. Non ci risulta, ad esempio, che alcun Istituto Storico abbia mai pubblicato le deposizioni rese alle autorita’ competenti di coloro che rinvennero il cadavere di Ducceschi e che sono testimonianze ben circostanziate di come si svolsero i fatti, che invece sono state pubblicate sul nostro sito. La versione di “un uomo demotivato e solo”, che questo dubbio personaggio che dirige l’Istituto Storico vorrebbe spacciare per buona, cozza appieno con la figura assai attiva proprio nel 1948 di Manrico Ducceschi che era ben consapevole che i periodi piu’ duri sarebbero stati quelli del dopoguerra e che si era adoperato sia con i suoi uomini che con la popolazione per dare il suo aiuto, senza porsi a priori la domanda “ma da che pare stavano” nel pieno rispetto di quello che era il suo ordine del giorno che prevedeva una formazione totalmente apartitica, al contrario di tante formazioni ben schierate di quel periodo.

Questa gloriosa figura, che dovrebbe servire da esempio di incorrutibilita’ e di decisioni super partes, e’ invece, anche a distanza di oltre 60 anni dalla sua morte, ripetutamente osteggiata e malgrado sia annoverata tra gli uomini di spicco per eroismo sia dei personaggi pistoiesi che lucchesi, ci si permette ciclicamente di fare scempio in modo inaccettabile della sua immagine.

Un cordiale saluto.
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